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In questa sezione parliamo di Febbre. L'evento più comune in ambito pediatrico. Diciamoci la verità  la prima febbre fa anche tanta paura: al corso spesso diciamo che la prima febbre del bambino ce la ricordiamo tutti. Poi diventa un evento che ci accompagna nella vita del bambino, spesso il fine settimana ma quella è un'altra storia.

Come gestire la febbre a casa? quando sentire il pediatra e quando no?

Febbre

La febbre è un innalzamento della temperatura corporea al di sopra dei valori normali ed è un’alleata del bambino perché concorre all’eliminazione dei germi e dei virus che la stanno provocando. Quando è elevata, supera i 38°, tuttavia, desta nei genitori preoccupazioni e timori.

La febbre solitamente anticipa la comparsa dei sintomi che la provocano di circa 48-72 ore. Questo è il motivo per cui, se le condizioni generali lo consentono, è importante rimandare la valutazione clinica da parte del pediatra di 2-3 giorni.

La sintomatologia che si accompagna alla febbre è variabile:

  • tosse e raffreddore;

  • otalgia; 

  • cefalea; 

  • dolore addominale; 

  • disturbi minzionali; 

  • vomito e/o diarrea.

 

Per misurare la febbre, le linee guida consigliano di utilizzare il tradizionale termometro digitale in sede ascellare. Le linee guida sconsigliano gli altri termometri in uso domestico, cosa che non vale per gli ospedali ovviamente.

Nel caso in cui la febbre superi i 38,5°C o il bambino sia sofferente, è bene:

  • idratare correttamente il bambino;

  • non forzare l’alimentazione: spesso il bambino febbrile ha nausea e forzando l’alimentazione si evoca il riflesso del vomito;

  • in caso di desiderio di alimenti prediligere zuccheri semplici e complessi (carboidrati), evitare i grassi;

  • scoprire il bambino al fine di favorire lo scambio termico con l’ambiente;

  • somministrare antipiretico (paracetamolo o ibuprofene) al dosaggio ed alla frequenza corretta, ricordando che è consigliabile la via orale.

La borsa del ghiaccio sulla fronte, le spugnature fredde o con alcool, le pezzette sono rimedi antichi che nulla giovano e che oltretutto possono essere pericolosi, per cui le linee guida li sconsigliano fortemente. "Suda che ti fa bene" come ci dicevano a noi da piccoli è sconsigliato perchè aumenta la disidratazione.

L’accesso in pronto soccorso, soprattutto in caso di periodi epidemici stagionali, è da evitare il più possibile, ricorrendovi solo dopo contatto con pediatra curante o quando le condizioni del bambino lo rendano necessario, ossia in seguito a: 

  • bambini piccoli;

  • difficoltà ad alimentarsi;

  • segnali di allarme respiratori o di disidratazione;

  • scadimento o allarme delle condizioni generali.

La febbre crea quella che viene chiamata "fever phobia" e questa ansia spesso porta ad un accesso in pronto soccorso evitabile, però non va accusato qualcuno che per molti motivi, anche strutturali del sistema sanitario porta il bambino in pronto soccorso. Fare il corso aiuta a gestire un po' (non del tutto) questa ansia.

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